Questo non è un viaggio come gli altri
di Cadia e Gabriele, ma è il viaggio più bello che ha fatto la
nostra famiglia, e quindi insieme a Marcello (8 anni) e Giulia (21
anni), i nostri bimbi. Siamo partiti con destinazione New York
City, nel primo pomeriggio del 28 ottobre 2011, da Milano, con
British Airways, e siamo arrivati alla sera all’aereoporto JFK
(orario di New York), dopo 10 ore di volo e scalo a Londra. Con il taxi abbiamo raggiunto l’hotel,
che era vicino ad una fermata della metro, in zona Chelsea, per cui
abbastanza comodo e vicino ai principali punti di interesse. Stanza
quadrupla con 2 lettoni matrimoniali, essenziale ma ad un buon
livello.
Dopo una sveglia all’alba per
l’eccitazione ed il jet lag, e una colazione abbondante in hotel,
ci siamo diretti verso Times Square. All’uscita della
metropolitana siamo rimasti a bocca aperta, perchè questa piazza ti
da proprio la sensazione di essere al centro del mondo!
Abbiamo
iniziato a girovagare, passando per Broadway con tutti i suoi teatri,
all’ M & M’s store, perdendoci nei negozi immensi di Times
Square, sempre con il naso all’insù! Purtroppo però ha iniziato a
nevicare veramente forte, una bufera! Ci Siamo allora fermati a
pranzare a Bubba Gump, nota catena di ristoranti che si ispira alla
società di Forrest Gump, la cui specialità sono i gamberi in ogni
salsa (apprezzato). Abbiamo poi proseguito entrando nel negozio di
giochi Toy’R us, famoso per avere all’interno una ruota
panoramica (8 dollari per salire, ma si può fare), ma anche per
essere immenso, 3 piani di giochi, costruzioni in Lego e una sala
giochi, in cui ci siamo persi un po’.
Abbiamo incontrato nelle vicinanze
anche Bryant Park e siamo rimasti incantati da questo piccolo parco
nel cuore della città. Piccoli stand che vendono oggettini di
natale, e altre 1000 cosine, alberi tutto intorno con tanti tavolini
e sedie e al centro una bellissima fontana e una grandissima pista di
pattinaggio, il tutto contornato da grattacieli illuminati! Poco più
avanti c’è anche la Pubblic Library, e abbiamo deciso di farci un
giro dentro. Maestosa, grandissima e piena di gente, con affreschi
sulle pareti e grandi scalinate di marmo! Sembrava proprio di essere
al matrimonio di Carrie in Sex and the City. Data la bufera di neve siamo dovuti
rientrare in hotel per cambiarci. Dopo poco Giulia ha deciso di
uscire comunque per andare al MoMa, il museo di arte moderna, in cui
ha potuto ammirare le opere d’arte di famosi artisti: Van Gogh,
Monet, Picasso, Cezanne, Mirò, Klimt, Andy Warhol. Questo museo è
un’opera d’arte in sé, ma le opere che ci sono dentro lo rendono
veramente speciale.
Giulia ha fatto poi una passeggiata
sulla Fifth Avenue, con i suoi grandi negozi e quell’aria che si
respira solo a NY (nelle vicinanze si è imbattuta anche nella
pasticceria Magnolia bakery, un sogno fatto di torte giganti e
cupcakes decorati a tema halloween), e poi ha pensato bene di andare
verso il ponte di Brooklyn, di sera, con una bufera di neve in corso.
Ha avuto paura, perché il ponte era deserto e ha provato a tornare
indietro, ma la subway nel week end non fermava alla nostra fermata.
Ha cercato un taxi, senza successo, ma poi, come è risaputo,
ritrovarsi a New York è facile perché è un reticolo di strade ed
Avenue numerate!
Anche noi 3 abbiamo deciso comunque di
uscire per andare al Museo di scienze naturali, ma non sapendo
l’inglese non ci siamo accorti che dovevamo prendere una linea
della metro diversa da quella che abbiamo preso, perché essendo
parallele ci sembrava uguale. Dopo aver cercato il Museo per un po’,
senza trovarlo, abbiamo deciso di tornare al nostro hotel, ma abbiamo
avuto lo stesso problema di Giulia! Per fortuna il gestore di un
ristorante ci ha chiamato un taxi e siamo riusciti a rientrare, che
esperienza però….!
Il secondo giorno siamo ripartiti alla
grande e ci siamo diretti verso la statua della libertà. Andando
verso lower Manhattan ci siamo ritrovati al memoriale delle torri
gemelle. Ci sono questi 2 profondi buchi, con delle cascate la cui
acqua finisce in un buco di cui non si vede la fine, tutto intorno a
queste cascate ci sono scritti i nomi delle persone che sono morte
nella tragedia dell’11 settembre 2001, e alcuni nomi hanno sopra un
fiore, per ricordare il giorno del loro compleanno. E’ un memoriale
veramente toccante! Per arrivare a Liberty Island con il
traghetto c’era una fila chilometrica, quindi abbiamo optato per
prendere quello per Staten Island, che non si ferma sull’isola ma
offre una meravigliosa panoramica della statua della libertà e dello
skyline di Manhattan (parte ogni 30/45 minuti ed è gratuito, mentre
il biglietto per andare a Liberty Island si paga, è abbastanza caro
ma sicuramente ne vale la pena).
Scesi dal traghetto siamo passati per
il financial district, abbiamo dato una toccatina al famoso toro, e
siamo passati per Wall street, per dare un’occhiata al palazzo
della borsa, poi ci siamo diretti verso il ponte di Brooklyn. Data la
giornata soleggiata abbiamo fatto una meravigliosa passeggiata sul
ponte, e siamo scesi alla ricerca di un punto dove poter osservare lo
skyline. Questo panorama ci ha regalato la foto di famiglia che
appendiamo in casa dopo ogni viaggio. Per concludere la giornata abbiamo
preso la metro per andare all’osservatorio dell’Empire State
building. L’attesa per salire è stata lunghissima, ma ne è valsa
la pena (e anche il biglietto è caro)! Siamo arrivati al piano 87
che ormai era buio, e il panorama di New York di notte è
indimenticabile davvero. Tutto è grande ed illuminato, lassù non si
sentono rumori, il tetto del mondo nel vero senso della parola!
Quando siamo scesi abbiamo cercato un
posto dove mangiare qualcosa velocemente prima di tornare in hotel
stanchi morti: mi raccomando, evitate in ogni modo la pizza, perchè
la pizza americana non è come la nostra e se non in certi locali
italiani, quello che troverete non vi soddisferà (nel posto dove
l’abbiamo mangiata noi, i nostri vicini di tavolo l’hanno farcita
con almeno un litro di ketchup).
Il terzo giorno abbiamo visitato Cental
Park, noleggiando delle bici, dal momento che il parco è molto
grande (attenzione a noleggiare le bici perché ci sono molti ragazzi
che provano a noleggiare le loro bici personali e non si sa mai come
finisce, noi l’abbiamo noleggiata in un noleggio bici abbastanza
vicino e abbiamo speso 17 dollari compresi di tasse per 2 ore), anche
se a dire la verità è quasi più comodo girarlo a piedi perché,
oltre a poterti godere meglio il panorama, le bici non possono
circolare in molte zone, se non a mano, e le strade nel parco sono
quasi tutte a senso unico. Per arrivarci siamo passati per il
Columbus Circle, con i suoi hotel stellari e i suoi mega centri
commerciali. A Central Park ci siamo imbattuti in
centinaia di scoiattoli, che sbucavano da ogni parte tra le foglie e
soprattutto nello Sheep Meadow, il grande prato che si vede nei film
e che d’estate è popolato da tantissime persone che giocano o
prendono il sole. Siamo poi passati dalla statua di Balto,
dall’obelisco, arrivando al Conservatory water, dove, nonostante il
freddo, navigavano numerose barchette telecomandate (come nel film di
Stuart Little!!), abbiamo poi raggiunto la statua di Alice nel paese
delle meraviglie, dove abbiamo assistito al matrimonio di 2 ragazze,
in abiti da halloween!! Una vera sorpresa! Siamo poi saliti al
Belvedere Castle per ammirare il panorama dall’alto, che
meraviglia, d’autunno poi….!
Siamo passati per The Mall and
Literary Walk, la passeggiata in cui tutti si innamorano nei film,
con la sua atmosfera unica! Siamo arrivati alla Bethesda Terrace, che
con la sua fontana, gli artisti di strada sotto alla splendida
galleria che suonavano e ballavano o facevano le bolle di sapone, e
le mamme che facevano esercizi in gruppo spingendo i bimbi in
passeggino, ci ha entusiasmato veramente! Ci siamo poi spinti fino al
Reservoir, il grande lago artificiale, intorno al quale corrono i
newyorkesi (solo in senso antiorario, in senso orario porta
sfortuna!). Prima di finire il nostro giro, siamo passati per lo
Strawberry Fields, il memoriale che Yoko Ono ha dedicato a John
Lennon…è un giardino a forma di goccia di lacrima, la cui
caratteristica è un semplice mosaico per terra, con scritto sopra
IMAGINE, tuttavia le foglie autunnali che svolazzavano sopra questo,
qualche fiore posato e il signore che con la chitarra che suonava le
canzoni dei Beatles li accanto, hanno reso anche questa parte di
Central Park così intima e speciale che ci ha davvero fatto entrare
del tutto nell’atmosfera di questa città. Un’oasi verde in mezzo
ai grattacieli. Riportate le bici al noleggio, abbiamo
preso un taxi che ci ha portati alla fine della Fifth Avenue, dove ci
siamo fermati per pranzo in un posto consigliato da un locale, per
mangiare veri hamburger!che buoni! Abbiamo poi fatto un giro per i negozi
sulla quinta, siamo entrarti da Fao Shwarz, un altro immenso negozio
di giocattoli, pieno di pupazzi a grandezza naturale, migliaia di
caramelle e ogni tipo di gioco immaginabile (Marcello si è fermato
incantato nella parte dedicata ad Harry Potter, di cui era un super
fan), un
altro osservatorio panoramico, da cui si vede tutto Central Park e
anche l’Empire State building. Consiglio di andarci di giorno,
magari al tramonto, perché il panorama che regala è davvero
splendido. E’ un po’ più basso dell’Empire ma è comunque
spettacolare! abbiamo fatto tappa all’Apple Store, immancabile, ma poi ci
siamo trattenuti da Tiffany & co., famoso negozio di gioielli in
cui io e Giulia ci siamo fatte qualche regalo. Siamo arrivati fino al
Rockfeller Center, che con le sue decorazioni natalizie e la sua
pista di pattinaggio ti fa sentire nel cuore della città.
Naturalmente qui non può mancare una capatina al Top of the Rock,
Sapevamo ci sarebbe stata una grande
parata per Halloween e siamo quindi rientrati in hotel per uscire la
sera… Che cosa speciale vedere tra le vie scheletri sui trampoli,
carri pieni di gente vestita da halloween, che ballava a ritmo di
musica, perdersi tra le case facendo dolcetto o scherzetto ed essere
invitati ad entrare alle feste, vedere le case decorate con le zucche
intagliate, veramente da vedere!
La mattina dopo ci siamo poi svegliati
presto per andare ad Harlem e partecipare ad una messa gospel, uno
dei miei sogni da sempre. Le chiese consigliate dalle guide erano due
e siamo passati davanti ad entrambe, tuttavia queste erano davvero
piene di turisti in fila e abbiamo preferito cercare una chiesetta
più tradizionale. Le messe iniziano alla mattina tardi, tra le 10.30
e le 11, quindi prendetevela con calma, noi intanto abbiamo fatto un
giro per Harlem, quartiere abbastanza caratteristico. La messa è stata davvero più bella di
quello che ci saremmo aspettati, bambini che hanno cantato tutto il
tempo, signore e signori che facevano acuti durante i canti, davvero
uno spettacolo, e ci hanno accettato volentieri alla loro funzione,
anche perché abbiamo partecipato battendo le mani.Alla fine della funzione ci siamo
imbattuti in un'altra chiesetta, piena di persone vestite di bianco,
e siamo entrati anche li, ritrovando la stessa atmosfera festosa
della prima messa. Che esperienza indimenticabile.Abbiamo poi fatto un giretto nel
Greenwich Village e abbiamo trovato il Washington Square Park, con il
suo grande arco e la sua fontana, pieno di artisti di strada, proprio
carino!
Abbiamo poi deciso di andare a pranzo
al Chelsea Market, un mercato coperto che abbiamo trovato davvero
molto interessante. E’ un posto pieno di localini, dove puoi
mangiare qualsiasi cosa, ma è molto particolare perché pieno di
dettagli strani. Una cascata colorata, i muri pieni di murales, e
cartelli particolari, pasticcerie piene di dolci, cose tipiche o
semplici panini, veramente carino e con una bella atmosfera, per
mangiare qualcosa guardando la gente che passa.Abbiamo poi passeggiato sull’High
Line, che si trova a pochi passi. Questa è una vecchia linea
metropolitana in disuso, quindi rialzata, che è stata recuperata e
adesso è una strada pedonale tra i grattacieli, con elementi di
design, come le panchine, contornata da alberi e con qualche punto
panoramico sulla città. Dopo questa bella camminata siamo
andati a dare un’occhiata a China Town, che è veramente una
piccola città nella città, piena di negozi cinesi, con le insegne
tutte in cinese e in ogni angolo qualcuno che ti chiede se vuoi borse
false. Da li siamo arrivati a Little Italy, in cui l’Italia è
rappresentata come luogo di cucina, infatti ci sono solo ristoranti,
con i soliti nomi che i ristoranti italiani hanno all’estero: la
bella vita, piedigrotta, bella Napoli e cose del genere. Tuttavia
questa piccola Italia è davvero molto pittoresca. Camminando ci siamo ritrovati a Soho,
quartiere molto carino e pieno di negozi in cui fare shopping. Dopo
essere entrati in qualche negozio siamo tornati in hotel stanchi
morti. L’ultimo giorno abbiamo deciso di
dividerci, Marcello e Giulia sono andati al Museo di scienze naturali
e io e Gabriele siamo andati a rilassarci un po’ a Coney Island. Il
Museo di scienze naturali è veramente immenso, con scheletri di
dinosauro giganti e resti fossilizzati di ogni tipo di animale
preistorico. I ragazzi sono poi passati per Grand
Central, la stazione ferroviaria principale di New York. Il via vai
di gente è impressionante e si rimane incantati a guardare la gente
che passa, le vite che si incrociano. Nella Stazione c’è anche la
galleria dei sussurri, in cui i 2 si sono divertiti a parlarsi da una
parte all’altra, sussurrando si sente comunque quello che ognuno
dice! Volevano vedere anche il Flatiron
Building, il palazzo a forma di ferro da stiro, quindi sono passati
da li e dal Madison Square Park (hanno mangiato un panino dal famoso
chiosco di Shake Shack, una delizia!), scendendo fino a Union Square,
con il suo mercato degli agricoltori e gente che gioca a scacchi per
strada, sono poi risaliti fino a Gramercy Park, un piccolo parco
molto curato dove possono entrare solo i residenti. Hanno poi preso la metro fino a Penn
Station, che è una Times Square in miniatura, piena di gente e
cartelloni pubblicitari, in cui si trova il Madison Square Garden, lo
stadio più famoso del mondo (immenso!!), i due sono poi tornati in
hotel, dove li stavamo aspettando noi, per andare all’aereoporto
con il taxi (aereoporto di ritorno Newark, nel New Jersey). Beh, noi la nostra giornata l’abbiamo
passata a Coney Island, che io definirei una vera spiaggia americana.
Non poteva mancare per noi un giro al mare, anche se d’inverno.
Coney Island è veramente tipica, con il suo luna park antichissimo,
i venditori di zucchero filato e panini (da cui ovviamente abbiamo
fatto tappa), e Nathan, il negozio in cui sono venduti i più buoni
hot dog di New York. Insomma, ci siamo presi una giornata di riposo
dal caos della Grande Mela.
Tornare è stato difficile, oltre al
fuso orario che si fa sentire, oltre le 10 ore di volo, più quelle
di macchina per tornare a casa, New York ci è rimasta talmente nel
cuore che staccarsi da questa nuova realtà è stato davvero un
dispiacere. Ormai da tempo lasciamo pezzi di cuore sparsi per il
mondo, e sappiamo che prima o poi torneremo a prenderli, quindi, a
presto New York City.
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