domenica 11 gennaio 2015

New York.....un piccolo sogno...

Questo non è un viaggio come gli altri di Cadia e Gabriele, ma è il viaggio più bello che ha fatto la nostra famiglia, e quindi insieme a Marcello (8 anni) e Giulia (21 anni), i nostri bimbi. Siamo partiti con destinazione New York City, nel primo pomeriggio del 28 ottobre 2011, da Milano, con British Airways, e siamo arrivati alla sera all’aereoporto JFK (orario di New York), dopo 10 ore di volo e scalo a Londra. Con il taxi abbiamo raggiunto l’hotel, che era vicino ad una fermata della metro, in zona Chelsea, per cui abbastanza comodo e vicino ai principali punti di interesse. Stanza quadrupla con 2 lettoni matrimoniali, essenziale ma ad un buon livello.

Dopo una sveglia all’alba per l’eccitazione ed il jet lag, e una colazione abbondante in hotel, ci siamo diretti verso Times Square. All’uscita della metropolitana siamo rimasti a bocca aperta, perchè questa piazza ti da proprio la sensazione di essere al centro del mondo! 
Abbiamo iniziato a girovagare, passando per Broadway con tutti i suoi teatri, all’ M & M’s store, perdendoci nei negozi immensi di Times Square, sempre con il naso all’insù! Purtroppo però ha iniziato a nevicare veramente forte, una bufera! Ci Siamo allora fermati a pranzare a Bubba Gump, nota catena di ristoranti che si ispira alla società di Forrest Gump, la cui specialità sono i gamberi in ogni salsa (apprezzato). Abbiamo poi proseguito entrando nel negozio di giochi Toy’R us, famoso per avere all’interno una ruota panoramica (8 dollari per salire, ma si può fare), ma anche per essere immenso, 3 piani di giochi, costruzioni in Lego e una sala giochi, in cui ci siamo persi un po’.
Abbiamo incontrato nelle vicinanze anche Bryant Park e siamo rimasti incantati da questo piccolo parco nel cuore della città. Piccoli stand che vendono oggettini di natale, e altre 1000 cosine, alberi tutto intorno con tanti tavolini e sedie e al centro una bellissima fontana e una grandissima pista di pattinaggio, il tutto contornato da grattacieli illuminati! Poco più avanti c’è anche la Pubblic Library, e abbiamo deciso di farci un giro dentro. Maestosa, grandissima e piena di gente, con affreschi sulle pareti e grandi scalinate di marmo! Sembrava proprio di essere al matrimonio di Carrie in Sex and the City. Data la bufera di neve siamo dovuti rientrare in hotel per cambiarci. Dopo poco Giulia ha deciso di uscire comunque per andare al MoMa, il museo di arte moderna, in cui ha potuto ammirare le opere d’arte di famosi artisti: Van Gogh, Monet, Picasso, Cezanne, Mirò, Klimt, Andy Warhol. Questo museo è un’opera d’arte in sé, ma le opere che ci sono dentro lo rendono veramente speciale.

Giulia ha fatto poi una passeggiata sulla Fifth Avenue, con i suoi grandi negozi e quell’aria che si respira solo a NY (nelle vicinanze si è imbattuta anche nella pasticceria Magnolia bakery, un sogno fatto di torte giganti e cupcakes decorati a tema halloween), e poi ha pensato bene di andare verso il ponte di Brooklyn, di sera, con una bufera di neve in corso. Ha avuto paura, perché il ponte era deserto e ha provato a tornare indietro, ma la subway nel week end non fermava alla nostra fermata. Ha cercato un taxi, senza successo, ma poi, come è risaputo, ritrovarsi a New York è facile perché è un reticolo di strade ed Avenue numerate!


 



 Anche noi 3 abbiamo deciso comunque di uscire per andare al Museo di scienze naturali, ma non sapendo l’inglese non ci siamo accorti che dovevamo prendere una linea della metro diversa da quella che abbiamo preso, perché essendo parallele ci sembrava uguale. Dopo aver cercato il Museo per un po’, senza trovarlo, abbiamo deciso di tornare al nostro hotel, ma abbiamo avuto lo stesso problema di Giulia! Per fortuna il gestore di un ristorante ci ha chiamato un taxi e siamo riusciti a rientrare, che esperienza però….!
 
Il secondo giorno siamo ripartiti alla grande e ci siamo diretti verso la statua della libertà. Andando verso lower Manhattan ci siamo ritrovati al memoriale delle torri gemelle. Ci sono questi 2 profondi buchi, con delle cascate la cui acqua finisce in un buco di cui non si vede la fine, tutto intorno a queste cascate ci sono scritti i nomi delle persone che sono morte nella tragedia dell’11 settembre 2001, e alcuni nomi hanno sopra un fiore, per ricordare il giorno del loro compleanno. E’ un memoriale veramente toccante! Per arrivare a Liberty Island con il traghetto c’era una fila chilometrica, quindi abbiamo optato per prendere quello per Staten Island, che non si ferma sull’isola ma offre una meravigliosa panoramica della statua della libertà e dello skyline di Manhattan (parte ogni 30/45 minuti ed è gratuito, mentre il biglietto per andare a Liberty Island si paga, è abbastanza caro ma sicuramente ne vale la pena).
Scesi dal traghetto siamo passati per il financial district, abbiamo dato una toccatina al famoso toro, e siamo passati per Wall street, per dare un’occhiata al palazzo della borsa, poi ci siamo diretti verso il ponte di Brooklyn. Data la giornata soleggiata abbiamo fatto una meravigliosa passeggiata sul ponte, e siamo scesi alla ricerca di un punto dove poter osservare lo skyline. Questo panorama ci ha regalato la foto di famiglia che appendiamo in casa dopo ogni viaggio. Per concludere la giornata abbiamo preso la metro per andare all’osservatorio dell’Empire State building. L’attesa per salire è stata lunghissima, ma ne è valsa la pena (e anche il biglietto è caro)! Siamo arrivati al piano 87 che ormai era buio, e il panorama di New York di notte è indimenticabile davvero. Tutto è grande ed illuminato, lassù non si sentono rumori, il tetto del mondo nel vero senso della parola!
Quando siamo scesi abbiamo cercato un posto dove mangiare qualcosa velocemente prima di tornare in hotel stanchi morti: mi raccomando, evitate in ogni modo la pizza, perchè la pizza americana non è come la nostra e se non in certi locali italiani, quello che troverete non vi soddisferà (nel posto dove l’abbiamo mangiata noi, i nostri vicini di tavolo l’hanno farcita con almeno un litro di ketchup).


 

Il terzo giorno abbiamo visitato Cental Park, noleggiando delle bici, dal momento che il parco è molto grande (attenzione a noleggiare le bici perché ci sono molti ragazzi che provano a noleggiare le loro bici personali e non si sa mai come finisce, noi l’abbiamo noleggiata in un noleggio bici abbastanza vicino e abbiamo speso 17 dollari compresi di tasse per 2 ore), anche se a dire la verità è quasi più comodo girarlo a piedi perché, oltre a poterti godere meglio il panorama, le bici non possono circolare in molte zone, se non a mano, e le strade nel parco sono quasi tutte a senso unico. Per arrivarci siamo passati per il Columbus Circle, con i suoi hotel stellari e i suoi mega centri commerciali.    A Central Park ci siamo imbattuti in centinaia di scoiattoli, che sbucavano da ogni parte tra le foglie e soprattutto nello Sheep Meadow, il grande prato che si vede nei film e che d’estate è popolato da tantissime persone che giocano o prendono il sole. Siamo poi passati dalla statua di Balto, dall’obelisco, arrivando al Conservatory water, dove, nonostante il freddo, navigavano numerose barchette telecomandate (come nel film di Stuart Little!!), abbiamo poi raggiunto la statua di Alice nel paese delle meraviglie, dove abbiamo assistito al matrimonio di 2 ragazze, in abiti da halloween!! Una vera sorpresa! Siamo poi saliti al Belvedere Castle per ammirare il panorama dall’alto, che meraviglia, d’autunno poi….! 

Siamo passati per The Mall and Literary Walk, la passeggiata in cui tutti si innamorano nei film, con la sua atmosfera unica! Siamo arrivati alla Bethesda Terrace, che con la sua fontana, gli artisti di strada sotto alla splendida galleria che suonavano e ballavano o facevano le bolle di sapone, e le mamme che facevano esercizi in gruppo spingendo i bimbi in passeggino, ci ha entusiasmato veramente! Ci siamo poi spinti fino al Reservoir, il grande lago artificiale, intorno al quale corrono i newyorkesi (solo in senso antiorario, in senso orario porta sfortuna!). Prima di finire il nostro giro, siamo passati per lo Strawberry Fields, il memoriale che Yoko Ono ha dedicato a John Lennon…è un giardino a forma di goccia di lacrima, la cui caratteristica è un semplice mosaico per terra, con scritto sopra IMAGINE, tuttavia le foglie autunnali che svolazzavano sopra questo, qualche fiore posato e il signore che con la chitarra che suonava le canzoni dei Beatles li accanto, hanno reso anche questa parte di Central Park così intima e speciale che ci ha davvero fatto entrare del tutto nell’atmosfera di questa città. Un’oasi verde in mezzo ai grattacieli. Riportate le bici al noleggio, abbiamo preso un taxi che ci ha portati alla fine della Fifth Avenue, dove ci siamo fermati per pranzo in un posto consigliato da un locale, per mangiare veri hamburger!che buoni! Abbiamo poi fatto un giro per i negozi sulla quinta, siamo entrarti da Fao Shwarz, un altro immenso negozio di giocattoli, pieno di pupazzi a grandezza naturale, migliaia di caramelle e ogni tipo di gioco immaginabile (Marcello si è fermato incantato nella parte dedicata ad Harry Potter, di cui era un super fan), un altro osservatorio panoramico, da cui si vede tutto Central Park e anche l’Empire State building. Consiglio di andarci di giorno, magari al tramonto, perché il panorama che regala è davvero splendido. E’ un po’ più basso dell’Empire ma è comunque spettacolare! abbiamo fatto tappa all’Apple Store, immancabile, ma poi ci siamo trattenuti da Tiffany & co., famoso negozio di gioielli in cui io e Giulia ci siamo fatte qualche regalo. Siamo arrivati fino al Rockfeller Center, che con le sue decorazioni natalizie e la sua pista di pattinaggio ti fa sentire nel cuore della città. Naturalmente qui non può mancare una capatina al Top of the Rock, 

Sapevamo ci sarebbe stata una grande parata per Halloween e siamo quindi rientrati in hotel per uscire la sera… Che cosa speciale vedere tra le vie scheletri sui trampoli, carri pieni di gente vestita da halloween, che ballava a ritmo di musica, perdersi tra le case facendo dolcetto o scherzetto ed essere invitati ad entrare alle feste, vedere le case decorate con le zucche intagliate, veramente da vedere! 
 
 La mattina dopo ci siamo poi svegliati presto per andare ad Harlem e partecipare ad una messa gospel, uno dei miei sogni da sempre. Le chiese consigliate dalle guide erano due e siamo passati davanti ad entrambe, tuttavia queste erano davvero piene di turisti in fila e abbiamo preferito cercare una chiesetta più tradizionale. Le messe iniziano alla mattina tardi, tra le 10.30 e le 11, quindi prendetevela con calma, noi intanto abbiamo fatto un giro per Harlem, quartiere abbastanza caratteristico. La messa è stata davvero più bella di quello che ci saremmo aspettati, bambini che hanno cantato tutto il tempo, signore e signori che facevano acuti durante i canti, davvero uno spettacolo, e ci hanno accettato volentieri alla loro funzione, anche perché abbiamo partecipato battendo le mani.Alla fine della funzione ci siamo imbattuti in un'altra chiesetta, piena di persone vestite di bianco, e siamo entrati anche li, ritrovando la stessa atmosfera festosa della prima messa. Che esperienza indimenticabile.Abbiamo poi fatto un giretto nel Greenwich Village e abbiamo trovato il Washington Square Park, con il suo grande arco e la sua fontana, pieno di artisti di strada, proprio carino!
Abbiamo poi deciso di andare a pranzo al Chelsea Market, un mercato coperto che abbiamo trovato davvero molto interessante. E’ un posto pieno di localini, dove puoi mangiare qualsiasi cosa, ma è molto particolare perché pieno di dettagli strani. Una cascata colorata, i muri pieni di murales, e cartelli particolari, pasticcerie piene di dolci, cose tipiche o semplici panini, veramente carino e con una bella atmosfera, per mangiare qualcosa guardando la gente che passa.Abbiamo poi passeggiato sull’High Line, che si trova a pochi passi. Questa è una vecchia linea metropolitana in disuso, quindi rialzata, che è stata recuperata e adesso è una strada pedonale tra i grattacieli, con elementi di design, come le panchine, contornata da alberi e con qualche punto panoramico sulla città. Dopo questa bella camminata siamo andati a dare un’occhiata a China Town, che è veramente una piccola città nella città, piena di negozi cinesi, con le insegne tutte in cinese e in ogni angolo qualcuno che ti chiede se vuoi borse false. Da li siamo arrivati a Little Italy, in cui l’Italia è rappresentata come luogo di cucina, infatti ci sono solo ristoranti, con i soliti nomi che i ristoranti italiani hanno all’estero: la bella vita, piedigrotta, bella Napoli e cose del genere. Tuttavia questa piccola Italia è davvero molto pittoresca. Camminando ci siamo ritrovati a Soho, quartiere molto carino e pieno di negozi in cui fare shopping. Dopo essere entrati in qualche negozio siamo tornati in hotel stanchi morti. L’ultimo giorno abbiamo deciso di dividerci, Marcello e Giulia sono andati al Museo di scienze naturali e io e Gabriele siamo andati a rilassarci un po’ a Coney Island. Il Museo di scienze naturali è veramente immenso, con scheletri di dinosauro giganti e resti fossilizzati di ogni tipo di animale preistorico. I ragazzi sono poi passati per Grand Central, la stazione ferroviaria principale di New York. Il via vai di gente è impressionante e si rimane incantati a guardare la gente che passa, le vite che si incrociano. Nella Stazione c’è anche la galleria dei sussurri, in cui i 2 si sono divertiti a parlarsi da una parte all’altra, sussurrando si sente comunque quello che ognuno dice! Volevano vedere anche il Flatiron Building, il palazzo a forma di ferro da stiro, quindi sono passati da li e dal Madison Square Park (hanno mangiato un panino dal famoso chiosco di Shake Shack, una delizia!), scendendo fino a Union Square, con il suo mercato degli agricoltori e gente che gioca a scacchi per strada, sono poi risaliti fino a Gramercy Park, un piccolo parco molto curato dove possono entrare solo i residenti. Hanno poi preso la metro fino a Penn Station, che è una Times Square in miniatura, piena di gente e cartelloni pubblicitari, in cui si trova il Madison Square Garden, lo stadio più famoso del mondo (immenso!!), i due sono poi tornati in hotel, dove li stavamo aspettando noi, per andare all’aereoporto con il taxi (aereoporto di ritorno Newark, nel New Jersey). Beh, noi la nostra giornata l’abbiamo passata a Coney Island, che io definirei una vera spiaggia americana. Non poteva mancare per noi un giro al mare, anche se d’inverno. Coney Island è veramente tipica, con il suo luna park antichissimo, i venditori di zucchero filato e panini (da cui ovviamente abbiamo fatto tappa), e Nathan, il negozio in cui sono venduti i più buoni hot dog di New York. Insomma, ci siamo presi una giornata di riposo dal caos della Grande Mela.

Tornare è stato difficile, oltre al fuso orario che si fa sentire, oltre le 10 ore di volo, più quelle di macchina per tornare a casa, New York ci è rimasta talmente nel cuore che staccarsi da questa nuova realtà è stato davvero un dispiacere. Ormai da tempo lasciamo pezzi di cuore sparsi per il mondo, e sappiamo che prima o poi torneremo a prenderli, quindi, a presto New York City.

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